Nel corso del 2018, lo sportello della Caritas perginese ha incontrato 146 persone (erano 137 nel 2017), la cui composizione è perfettamente divisa a metà: il 50% è di origine straniera, l’altro 50% è composto da italiani. Contestualmente, sono aumentati anche i pacchi viveri distribuiti: se l’anno scorso erano 584, quest’anno sono in aumento a 595.
Gli aiuti concessi ai singoli o alle famiglie bisognose per varie necessità (problemi di salute, all’abitazione o altri tipi di emergenze), che sono valutati caso per caso dai componenti del Centro di Ascolto e, in alcune occasioni, anche con l’aiuto dei Servizi Sociali della Comunità di Valle, ammontano quest’anno a 13.746, 07 euro. Uscite che però non sono sostenute da altrettante entrate, in quanto gli aiuti concessi sono di 5.150 euro (2.600 euro dalla Famiglia Cooperativa per la raccolta di Pasqua, 500 euro dalla Conferenza di San Vincenzo e dal Credito Solidale della Cassa Rurale, 3.000 euro dalla Cassa Rurale Alta Valsugana, 1.250 euro dal Comune dI Pergine).
La comunità perginese ha dimostrato anche la sua generosità rispondendo all’invito della raccolta viveri di ogni quarta domenica del mese (iniziativa che ha preso il via a giugno 2018): complessivamente sono stati raccolti 245 chili di pasta, 89 di riso, 48 di zucchero, 47 di farina, 77 sacchi di biscotti, 27 litri di olio, 136 scatolette di tonni, 117 di pomodori pelati, 143 di legumi, 65 di caffè, 38 di marmellata e altre piccole quantità di varie cibarie).
I volontari devono scontrarsi sempre più con l’attualità, con una società che sta puntando sempre più il dito sul “diverso”, sull’”emarginato”, in altre parole sul “povero”: un clima difficile, di indifferenza e insofferenza.
La Caritas di Pergine, che oggi ha sede presso la Provvidenza, in via Regensburger (con orario d’apertura per la consegna di prodotti e materiale il mercoledì dalle 9 alle 10 e il giovedì dalle 14.30 alle 15.30), il martedì mattina, per un paio d’ore, si mette in ascolto della povertà del territorio: è questo il frutto di parecchi mesi di lavoro che ha visto impegnati i volontari, ancora nel 2016, a dare un profondo cambio di passo nell’approccio ai bisogni e alle situazioni di disagio del territorio. Infatti, dalla riapertura lo sportello perginese si è trasformato in un “CedAs”, ossia un Centro d’Ascolto. Una realtà quindi che cerca anche di emancipare le persone con un percorso educativo che supera la logica prettamente assistenzialista del dare fine a se stesso. Anche se non sempre, per dignità o per vergogna, si riescono a intercettare alcune persone realmente bisognose.
Se si considera che oltre il 65% di quanti si rivolgono alla Caritas perginese è privo di entrate personali, emerge ancora più chiaramente come questo servizio rimanga indispensabile nel tessuto cittadino.