Giovedì 14 febbraio don Guido Avi, il sacerdote più anziano (e ancora attivo) della diocesi di Trento, ha compiuto 101 anni
Un anno fa, durante la grande festa per il secolo di vita, don Guido aveva dato appuntamento per i festeggiamenti dei 101 anni, e così, puntualmente, sarà: giovedì i sacerdoti della zona si riuniscono per celebrare con lui una messa di ringraziamento, proseguendo successivamente con un pranzo di fraternità la festa.
L’anno scorso, nell’omelia della messa per i suoi 100 anni, esordì dicendo, in buon dialetto, “mi no g’ho fretta de nar, perché anca se el Signore el ciama, mi son sordo e no sento”.
Nonostante qualche normale acciacco dovuto all’età, celebra ancora la messa con disinvoltura, e dopo la pubblicazione del suo primo libro nel 2016, che fruttò un ricavato di oltre 30 mila euro donati alla Caritas di Norcia per i terremotati, ha pubblicato lo scorso anno un nuovo libro autobiografico, stavolta zeppo di foto, il cui ricavato stavolta viene destinato al sostegno delle attività che si svolgono nella sua casa natale di Vigalzano a favore dei richiedenti asilo.
Don Guido, fra poco più di un mese, festeggerà anche il 77° anniversario di sacerdozio: è stato ordinato sacerdote a Trento, per mano del vescovo Carlo de Ferrari, il 21 marzo 1942. È stato poi viceparroco a Noriglio (1942-1943), dove aiutò un soldato inglese e uno australiano a sfuggire alla cattura dai nazisti, e a Rovereto in Santa Maria (1943-1947). È diventato poi parroco a Cristo Re a Trento (1947-1968), dove ha contribuito alla costruzione della chiesa di quel rione che gli valse il soprannome di “don Torta”. È stato poi parroco ad Albiano (1968-1975) ed a Baselga del Bondone (1976-1990). Nel 1983 fu anche l’artefice della costruzione della chiesetta di Kamauz.
A chi gli chiede quale sia il segreto della sua longevità e della sua serenità, don Guido risponde: “Accettare la vita come viene, senza prendersela”. Uno stile di vita semplice e umile che ha ancora tanto da insegnare.
Giovedì ha celebrato la messa assieme a tutti i sacerdoti del perginese, che poi lo hanno raggiunto per un pranzo in un ristorante sul lago di Caldonazzo.
Alla sera poi un’ultima sorpresa per “don Torta”: gli ospiti della sua casa di Vigalzano, i richiedenti asilo affidati alle attenzioni di Fondazione Comunità Solidale e quelli della “Fraternità don Dante Clauser” gestita da Piergiorgio Bortolotti, assieme al coro Castel Rocca di Madrano, hanno organizzato per lui una piccola festa con qualche canto e un semplice momento di condivisione, ovviamente attorno ad una torta.
Dopo il canto di auguri, don Guido ha spento le candeline e, visibilmente emozionato, ha ringraziato tutti i presenti intrattenendosi con loro.
Invidiabile la sua forma fisica e la sua vitalità, a dispetto dei 101 anni: indossando, come sempre, un elegante clergyman (vestito composto da pantaloni, giacca e camicia), don Guido ha scherzato con tutti, ringraziando per la sorpresa molto gradita. Con un arrivederci, ovviamente, all’anno prossimo, ai 102 anni, sempre splendidamente portati.