San Rocco ci invita a metterci in cammino, come fece lui, pellegrino, per incontrare il volto dell’altro, per abbattere le barriere che ci dividono e farci prossimi.
Grande affluenza a Zava e Pergine, allo Spiaz de le Oche, per le celebrazioni in onore di San Rocco: funzioni, celebrate dal parroco don Antonio Brugnara, con oltre un centinaio di fedeli presenti.
Nella frazione che sorge sul colle fra Masetti e Ischia, la cappella dedicata al santo fu costruita dagli abitanti del paese nel 1855 quale voto contro il colera, ma la documentazione storica sul manufatto è molto esigua. Solo in due questionari delle visite pastorali del 1911 e 1927 si fa menzione alla cappellina, con notizie discordanti fra loro. Con molta probabilità fu benedetta da un certo padre Paolino dei frati di Pergine il 7 maggio 1855, e subito dotata della piccola via crucis. All’interno vi sono anche degli affreschi: sopra l’altare la Madonna e San Giovanni in un paesaggio rurale divisi da un grande crocifisso in legno, ed ai lati due nicchie con le raffigurazioni di San Rocco (del quale si conserva anche una statua in gesso) e la statua della Madonna. Sul piccolo campanile si trova una campana, fusa nel 1929, ma secondo i documenti una prima campana fu requisita allo scoppio della prima guerra mondiale, ed una seconda, nel 1925, fu presto sostituita. La giornata di festa a Zava è proseguita fino a sera con dolci e panini e intrattenimenti vari.
Alla sera a Pergine invece, allo Spiaz de le Oche, solo la celebrazione della messa attorno alla seicentesca chiesetta per celebrare il patrono del rione: il primo nucleo della dell’edificio sacro, poco più grande di un’edicola, venne eretto come manifestazione di ringraziamento ai santi Rocco e Sebastiano dopo l’epidemia di peste del 1631, quando Pergine fu risparmiata dal contagio. Nel 1662 il dottor Carlo Polacco la fece ampliare, e successivamente nel 1685 la fece ulteriormente abbellire e restaurare. L’anno dopo venne nuovamente benedetta. Nel 1908 l’affresco del timpano, con raffigurati San Sebastiano (a destra) e San Rocco (a sinistra) fu restaurato dal famoso pittore perginese Tullio Garbari. Sono visibili anche alcuni elementi dello stemma della famiglia Polacco. Nel 1992 sono stati rifatti il tetto e l’intonaco esterno.
Ultima festa dedicata al santo nel pomeriggio di sabato, al Maso Puller.