“Un passo difficile, anche perché non possiamo far finta che non sia successo nulla”: così don Antonio Brugnara, parroco di 11 parrocchie del perginese e da domenica prossima anche amministratore parrocchiale di Canezza, ha introdotto l’ultimo incontro con tutti i consigli pastorali di queste comunità che devono far fronte alla carenza di sacerdoti e, quindi, alla difficoltà di mantenere lo schema attuale di celebrazioni, con messe in tutte le parrocchie agli orari più disparati.
Ma nonostante questo, ha ribadito don Antonio, domenica dopo domenica si perde partecipazione alle messe, in sostanza si sta perdendo comunità. “Andiamo a messa ormai per comodità -ha detto don Antonio- e non perché teniamo alla comunità, che deve imparare ad essere più responsabile di se stessa. Non c’è più attenzione per la comunità stessa. Non ci sono più bambini e famiglie giovani alle messe, mancano ancor più dei giovani, e dobbiamo chiederci perché, interrogarci su questo. Dobbiamo anche cambiare modo di vedere la comunità, non più in senso stretto, perché l’obiettivo è lavorare insieme e creare sinergie”.
L’incontro di lunedì 21 ottobre faceva seguito ad altri due lunedì (7 e 14 ottobre) nei quali un’equipe di rappresentanti di ogni parrocchia si è riunita, coordinata da Antonio Miotello, per elaborare una proposta di nuovi orari di messe tenendo conto che i sacerdoti disponibili sono solo 3 (don Antonio, don Paolo Vigolani e don Tiziano Telch, che salirà nel perginese solo sabato e domenica). Da qui la proposta elaborata che metteva in campo alternanze fra parrocchie vicine ed alcuni cambiamenti iniziali, con l’impegno di arrivare alla prossima estate per ridurre ulteriormente le messe, passando da 13 a 10. Un periodo di transizione che nelle intenzioni doveva servire anche a “preparare” le comunità ai tagli più drastici.
Un’ipotesi che, in conclusione, è stata scartata optando direttamente per un numero ridotto di messe, con degli orari che verranno definiti già da novembre (oltre ad un calendario apposito per le celebrazioni dei Santi e dei Defunti): si lavorerà a “fuochi”, gruppi di parrocchie unite dalla vicinanza, e poi, si spera in un futuro prossimo, anche da sinergie sempre più palpabili.