Una Chiesa trentina commossa ha dato l’ultimo saluto, venerdì, a don Giuseppe Zadra, già vicario generale dell’Arcidiocesi e parroco di Civezzano e Pergine, scomparso martedì sera all’età di 86 anni.
Il rito funebre si è celebrato in un duomo davvero affollato, presenti i vescovi Lauro Tisi e Luigi Bressan attorniati da una quarantina di sacerdoti; la cattedrale però era colma soprattutto dell’afflizione portata da ogni presente: don Giuseppe aveva solo un cognato e nipoti come parenti diretti; la sua famiglia più grande era composta da tutte le persone che gli volevano bene, che ha incontrato in oltre 60 anni di sacerdozio, colpite dal suo fare buono e mite, mai sopra le righe, mai appariscente, e per questo ancora più vero e sincero. A solennizzare la celebrazione con i canti è stato il coro Santa Maria di Pergine, legato da uno stretto e forte legame con don Giuseppe.
“Mite -ha esordito il vescovo Tisi nell’omelia- è senz’altro l’aggettivo più adatto per descrivere la sua umanità. Mitezza da addebitare al tratto felice del carattere, ma soprattutto mitezza plasmata dall’incontro con il mite per antonomasia, l’Uomo delle Beatitudini. La mitezza è la virtù degli uomini forti, che ha permesso a don Giuseppe di essere sorriso accogliente, di muoversi in punta di piedi senza far rumore, scrivendo uno straordinario inno alla discrezione”.
Il vescovo ha ricordato poi come i vari servizi sacerdotali richiesti a don Giuseppe non abbiano cambiato il suo essere, nonostante l’impegno e l’importanza di incarichi che non avrebbe voluto ricoprire, non sottraendosi mai, neanche da anziano, all’interesse delle sorti della Chiesa di Trento, lui che avrebbe voluto essere semplicemente un parroco a servizio di una comunità.
“Grazie don Giuseppe -ha concluso con le lacrime il vescovo Tisi- anche per questa lezione. Grazie perché hai messo tutto prima di te. Mi mancherai, tanto. Grazie per avermi regalato la tua amicizia, per avermi fatto compagnia. Continua a pregare per questa Chiesa e per me come hai sempre fatto. Spero che qualche piccolo tratto della tua umanità possa diventare anche il mio”.
Prima della benedizione finale, il vicario generale don Marco Saiani ha letto il testamento spirituale di don Giuseppe: “O Signore, sento il dovere di ringraziarti per gli innumerevoli doni di cui mi hai circondato. Saluto e ringrazio tutti coloro che ho avuto modo di incontrare durante la mia vita e dai quali molto ho ricevuto. Domando loro perdono se non sempre sono stato quello che per missione avrei dovuto essere, se non sempre ho dato loro tutto quello che potevo dare”. Un ricordo particolare don Giuseppe l’ha riservato ai parrocchiani di Civezzano e Pergine, che “ho tanto amato” è scritto nel suo testamento. “Ci ritroveremo tutti nella comune Casa del Padre -si conclude lo scritto-, arrivederci. Il Signore vi benedica e vi doni la sua pace”.
Anche don Guido Zendron, vescovo in Brasile ma cappellano con don Giuseppe sul finire degli anni Ottanta a Pergine, ha voluto esprimere il suo cordoglio con una lettera, letta in chiesa.
Un ultimo saluto, sul sagrato del duomo, con il plenum di campane a sottolineare al tempo stesso la tragicità e l’importanza del momento, e don Giuseppe parte per il suo ultimo viaggio verso Cis, il suo paese natale, consegnando alla storia la figura di un sacerdote che resterà nel cuore di tutti.
dal quotidiano l’Adige di sabato 25 gennaio 2020