A QUESTO LINK e in allegato sono scaricabili gli avvisi della Terza domenica di Quaresima. Si segnala solamente, per una miglior fruizione, il saluto di don Antonio, da far giungere il più possibile a tutti.
Carissime e carissimi parrocchiani,
desidero inviarvi, tramite questi strumenti, che oggi scopriamo provvidenziali, il mio augurio di pace e buona salute. Stiamo facendo esperienza di un tempo che nessuno di noi avrebbe mai immaginato; eppure lo stiamo vivendo. E, forse, è proprio questo il primo motivo di riflessione: viviamo anche dentro questa necessità!
Certo è un vivere carico di paure e di grandi incertezze che ci fa aver “sete” di una vita più bella. Ci manca il respiro a rimanere chiusi dentro casa e sentiamo che le parole di Gesù al tentatore Satana, siano molto vere per noi: “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Una di queste prime parole è stata pronunciata nella creazione: “Non è bene che l’uomo sia solo!” La relazione, quella vera e profonda che scaturisce da un cuore disposto all’ascolto, è ciò che maggiormente ci fa sentire il respiro della Vita. Relazione con gli altri e, prima ancora, relazione con Dio. Sì, perché quest’ultima, è l’unica che ci assicura che il male non ha l’ultima parola su di noi. Ci aiuti il Signore a curare le nostre relazioni, a fasciare le piaghe dei rapporti, a riparare le brecce procurate a quella che chiamiamo “Casa”, intesa come dimensione affettiva.Un secondo spunto di riflessione mi è dato dalla mia agenda (ma penso che anche la vostra non è da meno) che non scandisce più le ore ed i giorni: il mattino, il pomeriggio e la sera dopo cena. Ora sono come costretto a scoprire che, prima degli impegni programmati che il ritmo della vita impone, viene la relazione con Dio per non perdere il significato per cui sono chiamato a vivere quegli impegni. Insieme a questo viene la relazione anche con me stesso, per ridire ogni momento che ciò che faccio non è semplicemente il rispondere all’incalzare delle cose da fare, ma viene da una scelta che ho fatto in un momento preciso della mia vita di donarmi (per me a Dio e alle comunità che mi sono affidate; per molti di voi alla famiglia; per i ragazzi ed i giovani a prepararsi a questo dono, per gli altri adulti a vivere la professione per il medesimo scopo). Ma, non da ultimo, sono chiamato anche a mettere a fuoco la verità dell’incontro con gli altri: vissuto, sofferenze, gioie, aspettative, paure e speranze raccolte in un volto concreto. Nel momento in cui le varie sonde spaziali stanno cercando nuovi mondi abitabili, questo digiuno forzato delle relazioni, mi rivela che gli immensi mondi da abitare sono proprio accanto a me. Ognuno ha una “atmosfera adatta alla vita”, certo, alle volte può essere più o meno “inquinata”, ma mai del tutto “tossica”.
Un terzo motivo di riflessione mi viene dalla Parola del Vangelo. Cristo, oggi, mi aspetta “affaticato per il viaggio”, al pozzo della mia “Sicar” e mi dice: “Dammi da bere”. A me che, assetato cerco un po’ d’acqua per vivere questi giorni così particolari, mi chiede di dargli un po’ della mia acqua! Mi verrebbe voglia di dire: “Tu chiedi da bere a me? Ma non sai chi sono? Io sono un uomo peccatore e assetato di salute, di gioia, di pace, di serenità? Sono un brontolone all’infinito di fronte a ciò che mi costringe a cambiare?” «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Dammi di quest’acqua Signore, trasforma questo cuore, che è come una cisterna screpolata che perde acqua dappertutto, in una sorgente che zampilla. Dammi il tuo Spirito Signore.
Permettiamo a questa Parola di entrare in noi, di ridonarci la gioia, l’autostima e la speranza di guardare avanti. “Brindiamo” con quest’acqua che zampilla e scopriremo che Lui è il “vino buono” conservato per noi. Maria, donna di Cana, ci aiuti a “fare tutto quello che egli ci dirà”.