LA MESSA TRASMESSA IN DIRETTA STREAMING E’ VISIBILE A QUESTO LINK
(ci scusiamo per la scarsa qualità audio; stiamo provvedendo con ulteriori tecnologie per una resa ottimale)
Sono state oltre 1.500 (250 quelle in diretta) le persone che solo nella giornata di domenica 15 marzo hanno visualizzato la registrazione della messa della Terza Domenica di Quaresima, trasmessa per la prima volta in diretta ed a porte chiuse dalla chiesa di San Carlo di Pergine.
La celebrazione è stata presieduta da don Antonio Brugnara, affiancato da don Paolo Vigolani, in una chiesa vuota di un rimbombo assordante, ma piena, in quel momento, di tutte le intenzioni dei fedeli perginesi.
“Vi confesso che in questi giorni mi veniva un po’ da ridere –ha detto don Antonio nel saluto iniziale– pensando ai giudizi che io ho dato ai ragazzi e giovani: “Sempre lì con quel telefonin, sempre connessi… Smorzelo fin che sen chi a taola!” E’ bastato un attimo e puf! Tutto è cambiato! E oggi dobbiamo dire grazie ai nostri ragazzi e giovani che ci insegnano ad usare questi mezzi, altrimenti ci toccava tornare ad allevare piccioni viaggiatori!”.
Immancabile un pensiero poi alle persone più provate in questo momento: “Un caro ricordo a voi -ha proseguito don Antonio- persone anziane e a voi che siete ammalati o infermi. Un saluto a quanti si stanno dedicando al servizio degli altri, della salute, della sicurezza, e ai molti lavoratori che operano nei comparti che non si possono fermare. Permettetemi da ultimo un altro ricordo, più doloroso. Questa settimana abbiamo cominciato a fare i funerali in forma ridotta, con i soli familiari. Non più in Chiesa, ma al Cimitero e all’esterno. Desidero metterle qui su questo altare, assieme alla sofferenza delle loro famiglie”.
“Tu, o Signore –le toccanti parole dell’omelia– non ti fermi alla sete di acqua, hai sete di noi. Tu vedi la nostra arsura e la nostra disperazione, come di pesci a cui viene tolta l’acqua. Tu sei venuto a aiutarci a trovare la fonte per la nostra sete. Donaci la grazia, o Signore, di bere, con santa avidità, all’acqua della tua Parola. Abbi sete della nostra fede. Donaci la grazia di spogliarci di quelle “fisse” per cui abbiamo fatto coincidere la fede semplicemente con riti, luoghi, formule, sensi di colpa… per accorgerci invece che fede è dono per una umanità piena, bella, serena, umile, capace di guardare con serenità anche le fragilità proprie e degli altri”.
Anche nelle preghiere dei fedeli non sono mancati ricordi per le vittime, i malati, gli operatori sanitari, i nostri governanti, tutti coloro che soffrono e si trovano ad affrontare emergenze a causa del virus.