Disponibile, per la preghiera personale o familiare, il sussidio del terzo momento di preghiera quaresimale (DOWNLOAD A QUESTO LINK).
Qui il testo della riflessione.
Leggendo il vangelo e gli Atti degli Apostoli stupisce non poco il grande cambiamento che avviene nei discepoli di Gesù. Da “pieni di paura”… “dubitavano”… “gente di poca fede”.. a gente che proclama con immenso coraggio e franchezza la Parola di Dio.
Pietro è l’esempio più emblematico
di questa trasformazione. Appare, nei tratti dei Vangeli, come un uomo coraggioso, capace più di tutti di proclamare la sua fedeltà incondizionata all’amico Gesù.
Ma Pietro si dimostra anche impulsivo, incostante, fino ad essere persino “meschino”.
Il registra Zeffirelli lo dipinse in modo mirabile nella scena dentro il cortile del Sommo Sacerdote, quando, davanti alle serva e agli altri presenti che lo indicano come discepolo del Nazareno, risponde: “Non conosco quell’uomo!” (Mt 26,74)
Cosa è avvenuto di così grande che ora lo troviamo intrepido e forte nell’annunciare Gesù fino a proclamare: “In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati”. (At 4,12)
Gesù, dopo la risurrezione aveva aiutato Pietro a riprendere coscienza della missione che fin dall’inizio gli aveva affidato: “Tu sei Pietro!” e in quel triplice interrogativo “Mi ami tu?” aveva rimesso nel cuore del suo amico il coraggio e l’umiltà di rispondere: “Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene” (Gv.21,17).
Eppure questo non era bastato.
Il libro degli Atti descrive la vita della prima comunità, di ritorno dal monte degli ulivi dove Gesù era salito al cielo, come un gruppo che rimane ancora chiuso nel cenacolo.
La forza della missione, il coraggio della franchezza non è stato il frutto di una “strategia pastorale”, di una “missio” studiata a tavolino, ma dell’irrompere della forza dello Spirito Santo.
E’ lo Spirito Santo che riempie il cuore della “parresia” ossia della franchezza coraggiosa. Egli dona la grazia interiore di aderire all’annuncio che porti nel cuore fino al punto che questo diventa come un fuoco che ti arde dentro e non puoi più contenere.
Mi vengono in mente le parole del giovane profeta Geremia che dopo tutte le avversità che incontra nella sua missione si ribella contro la scelta di Dio di averlo chiamato:
“Mi dicevo:
“Non penserò più a lui,
non parlerò più nel suo nome!”.
Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente,
trattenuto nelle mie ossa;
mi sforzavo di contenerlo,
ma non potevo. Ger 20,9
Dopo aver chiesto al Signore i doni della “Sopportazione, pazienza e mitezza”, della “Gioia e senso dell’umorismo” oggi diciamo al Signore:”Donaci Audacia e fervore cioè la parresia del tuo Spirito e ravviva in noi questo fuoco che hai acceso nel Battesimo e nella Confermazione, fallo ardere e fa che bruci in noi fino al punto di non potergli più resistere.