“Permettiamo alla risurrezione di travolgere i nostri cuori, lasciamo che l’angelo tolga la pietra dalla nostra speranza”: la solenne veglia del Sabato Santo

Buona Pasqua a tutti! Nonostante tutto, è risorto! Si è svolta senza benedizione del fuoco nuovo, dell’acqua, senza battesimi la solenne Veglia Pasquale del Sabato Santo, ma la gioia, dopo il silenzio e l’attesa, è scoppiata ugualmente: la pietra è stata rotolata via dal sepolcro, Gesù è risorto, ha vinto la morte, paura e angoscia non ci sono più.

Hanno suonato le campane a festa per annunciare la risurrezione, “permettiamo alla risurrezione di travolgere i nostri cuori -ha detto don Antonio Brugnara nell’omelia- e lasciamo che l’angelo tolga la pietra dalla nostra speranza, ci guardi e ci dica: “Non abbiate paura voi, cercate Gesù, è risorto!”.

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Riportiamo l’omelia integrale di don Antonio.

Buona Pasqua in questo tempo così strano, così sospeso, dove sembra che le ombre del Venerdì Santo siano così fitte da non essere sconfitte da nessun sole. Cristo è risorto: questo è l’annuncio che in questa notte risuona. E’ risuonato nell’accensione del cero, in qualche maniera anche nelle letture che abbiamo ascoltato, che ci dicono che c’è una storia, una storia di amore e di liberazione, di vita. Il Vangelo risuonato stasera ci ha mostrato un angelo che scende e scosta la grande pietra del sepolcro. Non rotola via la pietra perchè Cristo potesse uscire, ma per mostrare alle donne che quel sepolcro è vuoto, che il Cristo è risorto. E’ bello notare come Matteo ci dice che per gli uni quell’intervento fu motivo di tanta paura al punto che rimasero come morti; per le altre invece, per queste donne che avevano seguito Gesù, è motivo di grande gioia. “Non abbiate paura!”, cercate il vivente, è risorto.
La risurrezione del Signore, e questo dobbiamo ricordarcelo soprattutto in questi giorni, non è un evento che cambia la realtà che sta attorno: Pilato continua a comandare in quel momento a Gerusalemme, i sommi sacerdoti continuano a tramare, i poveri continuano a camminare con grande fatica. Apparentemente il mondo esterno sembra andare secondo logiche diverse. Cristo non introduce la sua risurrezione come cambiamento esterno.
Questa risurrezione non toglie da noi automaticamente il virus che sta girando, ma mette noi in maniera diversa dentro questa realtà. E’ una risurrezione che toglie la pietra dal cuore, che toglie la pietra dalla nostra disperazione, dalla nostra angoscia. Abbiamo bisogno di figli della risurrezione. Stiamo già vedendo come il mondo, dopo il primo momento di paura, sta pensando alle trame. Il mondo è così: dopo aver scoperto di aver bisogno di solidarietà fraterna torna di nuovo ad aggredire, a denunciare. Non è capace di capire che un peso così si porta insieme. C’è bisogno di visibilità, di approfittare poco o tanto di questo momento. Non vorrei mai che proprio quelli che sono stati considerati gli eroi, quelli che fanno più fatica, non finiscano un domani per trovarsi il peso di una denuncia perché non hanno fatto abbastanza. La risurrezione ci mette dentro questa nostra storia in maniera diversa: dove vediamo il Cristo crocifisso e risorto? Dove lo incontriamo? E’ Gesù stesso che ce lo dice: “Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea, là mi vedranno”.
Quel è la nostra Galilea? La casa, la famiglia, il nostro paese così come lo stiamo vivendo. Questa è la nostra Galilea, in cui Cristo ci precede, si può rendere presente quella novità stupenda che è la risurrezione. Lo sentiremo fra cinquanta giorni: Pietro e gli apostoli, chiusi nel cenacolo per paura de giudei, l’arrivo dello Spirito del Risorto, escono ed annunciano questa novità. Il loro cuore è stato travolto dalla potenza della risurrezione. Permettiamo alla risurrezione di travolgere i nostri cuori! Lasciamo che l’angelo tolga la pietra dalla nostra speranza, ci guardi e ci dica: “Non abbiate paura voi, cercate Gesù, è risorto!”.