La speranza è in noi e nemmeno il virus la può rubare: la messa della Sesta domenica di Pasqua

“Le messi biondeggiano: la Parola di Gesù diventa realtà”. Si è celebrata per l’ultima volta, nella chiesa di San Carlo, la messa a porte chiuse e trasmessa in streaming per la Sesta Domenica di Pasqua. Con domenica prossima infatti, 24 maggio, la messa potrà nuovamente essere celebrata con la presenza dei fedeli, nella chiesa parrocchiale della Natività di Maria, osservando le disposizioni contenute nel protocollo siglato fra la CEI ed il governo italiano.

“In questo in cui siamo stati lontani dalla celebrazione eucaristica -ha detto don Antonio nell’omelia- in qualche maniera, pur dentro un comprensibile smarrimento che tutti abbiamo vissuto, abbiamo avuto fame di eucaristia, di comunità, di volti, di incontri. Ma la Parola di Dio ci ha un po’ obbligati a chiederci: dov’è Dio? Dove lo trovo? In alcune persone sono proprio iniziati dei percorsi di ricerca, e alcune famiglie lo hanno compiuto, hanno potuto viverlo. Altri hanno portato una sofferenza più grande, a causa di relazioni difficili o mancanti”.

Che speranza ho in me? Questa pandemia ci ha fatto capire che la nostra speranza era legata a cose materiali, a cose che avremmo fatto. Quando tutto questo è crollato ci siamo chiesti davvero: qual è la mia speranza? Cosa mi tiene in piedi, mi fa muovere? San Pietro ci dice che la speranza è in noi. Nasce e si cerca dentro. Questo digiuno che abbiamo dovuto sopportare e che dovremo per un po’ ancora portare avanti, ci porta a quel cammino interiore. Adorare Cristo nei nostri cuori significa adorare la vera speranza, non legata all’esteriorità, legata alle cose, ma legata a qualcosa che abita dentro di noi e che nemmeno il virus può rubare“.

“Lo Spirito che è in noi diventa la realtà che ci difende e che ci aiuta ad adorare questa presenza, questa realtà stupenda. Questa realtà di presenza è molto più ampia di quello che pensiamo. Ce l’abbiamo già dentro, è lo Spirito di Dio che è in ciascuno di noi”.

La bandiera di noi cristiani è la dolcezza e il rispetto. Avremmo da fare un buon esame di coscienza in questi tempi in cui c’è rabbia, tensione, fatica. Ci aiuti il Signore, con lo Spirito Santo, a ritrovare in noi questa presenza e a poterla testimoniare ai fratelli”.


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