È stata una festa patronale “sospesa”. Una sagra che di festoso ha avuto poco, a causa delle limitazioni per il contenimento della pandemia, che ha costretto le persone a stare distanti (anche in chiesa, come noto), ad evitare assembramenti, insomma tutti quei comportamenti che, di norma, si sarebbe portati a fare in una giornata particolare.
Una festa “sospesa” che si inserisce in un clima altrettanto “sospeso”, come l’ha definito il parroco don Antonio Brugnara, appesantita anche dalla pesante eredità che la comunità porta con sé dopo i duri mesi di lockdown: tanto per dare una cifra, fino a questa settimana dall’inizio dell’anno nella sola Pergine si sono celebrati 105 funerali. Un record che non ha precedenti.
La sagra della Natività di Maria quest’anno ha visto, da parte della parrocchia, solo momenti religiosi, martedì 8 settembre: alle 15 per malati e anziani, con il conferimento dell’unzione degli infermi, ed alle 18.30 la messa solenne. Fra una celebrazione e l’altra, l’associazione Noi Oratori Pergine ha allietato il pomeriggio dei più piccoli, con giochi, animazione e merenda in piazza.
Ma nessuna cena della comunità, quest’anno, anche se si è provveduto a sostituire questo momento di fraternità comune con un simbolo: il “pane della condivisione”, una pagnotta distribuita ad ogni famiglia, al termine della messa, con l’invito a condividerlo poi a casa.
“Viviamo in un clima di sospensione -ha ricordato don Antonio nell’omelia- che crea paura, difficoltà nei rapporti, con la mascherina ci rimangono gli occhi per parlare. In questo momento di sospensione e di fatica l’essere comunità viene messo alla prova: Maria ci aiuta a non temere. Molte volte, nella Bibbia, Dio usa questo saluto nei confronti di chi ama. Non dobbiamo temere perché Dio è con noi, è questo il senso dell’invito. Oggi Maria ci dice che questo può diventare esperienza di vita, perché lei si fida davanti anche alla fatica più grande, al momento della prova, dell’incertezza. Dio può incarnarsi nell’esperienza umana, quotidiana, e dare testimonianza che è l’Emmanuele, il Dio con noi. Non temere comunità, non avere paura. Dio non ci abbandona. Quando festeggiamo il compleanno di una mamma, noi ringraziamo anche perché se lei non ci fosse, non ci saremmo neanche noi. Quando una mamma compie gli anni, anche noi siamo dentro quel momento di festa. Fidiamoci di Maria, nostra madre, perché oggi con lei festeggiamo la nostra comunità, ciascuna delle famiglie, ogni persona del mondo. Aiutaci Maria a seguire Gesù, a fidarci di quelle parole: non temere, non avere paura”.
La messa è stata concelebrata anche dal vicario parrocchiale, don Paolo Vigolani, e dal collaboratore don Luigi Boninsegna, alla presenza anche del sindaco Roberto Oss Emer e della vice Daniela Casagrande.