Una “casa che accoglie”: così è stato definito l’oratorio di Pergine, in senso lato, all’interno del progetto educativo che è stato presentato lo scorso lunedì sera nel corso dell’assemblea sociale, tenutasi al teatro don Bosco per garantire il distanziamento e il rispetto delle norme anti-contagio.
Un oratorio, dunque, che accoglie tutti per crescere bambini e ragazzi che sappiano dare il meglio per il bene della comunità.
Ma come ha avuto modo di ricordare la presidente dell’associazione Noi Oratori, protagonista che fa “vivere” la struttura, nonostante il 2020 sia stato caratterizzato dall’incertezza e dalla sospensione a causa della pandemia, “si è cercato di vivere ugualmente lo spirito dell’oratorio, portandolo alla comunità dato che la comunità non poteva fare viceversa”.
Suor Laura Carta e suor Cristina Lorenzoni, suore salesiane che da un decennio animano l’oratorio con lo spirito di don Bosco, hanno quindi presentato il progetto educativo, intitolato “C’è qui un ragazzo…”, citazione di un passo del Vangelo di Giovanni in cui, per l’appunto, un ragazzo viene portato davanti a Gesù dall’apostolo Andrea portando cinque pani e due pesci dai quali poi avverrà il miracolo della moltiplicazione. “Il progetto educativo -hanno spiegato le monache- è stato elaborato da un gruppo di lavoro con l’obiettivo di rifocalizzare la mission e gli obiettivi dell’oratorio. È emerso quindi che è la comunità stessa che ha un bisogno educativo, che ruoterà attorno alle parole ragione, religione, amorevolezza”.
Fra i principi educativi fondamentali emergono dunque la formazione e la cittadinanza attiva, la pedagogia d’ambiente, la festa e il gioco, l’esperienza di Chiesa viva, il servizio, la relazione, un ponte tra le culture.
Una nuova bussola quindi che, se già in passato veniva seguita forse senza rendersene conto, ora trova realizzazione concreta e fissata nero su bianco.
La segretaria Giulia Todeschini ha fatto un breve excursus sull’attività del 2020, mai interrotta nonostante il Covid-19: dopo il campeggio degli adolescenti a gennaio in Val di Sella, la giornata diocesana degli oratori, la festa di don Bosco, il carnevale (una delle poche feste svolte prima del lockdown), l’attività del gruppo adolescenti è passata online, così come è stata ideata un’iniziativa per donare disegni agli ospiti della casa di riposo in occasione della Pasqua; in estate c’è stata l’esperienza di Orainsieme, per bambini e ragazzi, sono stati organizzati dei giochi in occasione della sagra, la festa del passaggio per i ragazzi classe 2006 e la Santa Lucia online, con un video cliccatissimo. In totale, nonostante la pandemia, le ore prestate dai volontari sono state 7.845, fra cui la nuova attività che prevede l’accoglienza in chiesa per l’igienizzazione dei fedeli e la successiva sanificazione dell’aula.
La tesoriera Laura Filippi ha quindi presentato il bilancio, che chiude con un disavanzo positivo di 2.696,26 euro: nel 2021 sono state sostenute tuttavia importanti spese (per lavori effettuati nel 2020) per la rimessa a norma del teatro (più di 20 mila euro) e la tinteggiatura dei giroscale (4 mila euro).
Un oratorio più che mai vivo dunque, nonostante il periodo difficile, anche in queste settimane con la nuova edizione di “Orainsieme”, l’attività estiva pensata per bambini delle elementari e ragazzi delle medie: fra animatori e bambini, ogni giorno l’oratorio è “abitato” da un centinaio di ragazzi, “che da oggetti diventano soggetti” ha ricordato il parroco don Antonio, elogiando la crescita dell’oratorio e di quanti lo frequentano.