Laudate Deum, una serata per leggerla insieme (29 novembre)

Papa Francesco, con la Laudate Deum, torna a parlare dell’emergenza climatica a distanza di 8 anni dall’enciclica Laudato Si. Con un linguaggio semplice e diretto, Papa Francesco richiama l’attenzione sulla situazione ambientale: inquinamento, aumento delle temperature, migrazioni, carestie, quali conseguenze dell’azione dell’uomo negli ultimi due secoli, convinti che la tecnologia, il progresso e la finanza non potessero avere mai fine.

Per leggere insieme questa esortazione apostolica, è stata organizzata una serata mercoledì 29 novembre alle 20.30 alla Provvidenza (via Regensburger, Pergine).

La lettera si pone anche quale anticipatrice dei temi che saranno trattati e degli obiettivi che COP28 – la 28a conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre – vuole raggiungere: la definizione di forme di transizione energetica che siano efficienti, vincolanti e facilmente monitorabili.

La lettera conclude con una esortazione agli esseri umani (“Lodate Dio”) a mettere Dio nella giusta posizione e a non sostituirsi a Lui.

Commento dell’Ordine dei francescani alla Laudate Deum
Mercoledì 4 ottobre, nel giorno della Festa di San Francesco e dell’apertura della XVI Assemblea del Sinodo dei Vescovi, è stata pubblicata l’esortazione apostolica “Laudate Deum” (Lodate Dio). “«Lodate Dio per tutte le sue creature”. Questo è stato l’invito che San Francesco d’Assisi ha fatto con la sua vita, i suoi canti, i suoi gesti. In tal modo ha ripreso la proposta dei salmi della Bibbia e ha ripresentato la sensibilità di Gesù verso le creature del Padre suo»: così inizia l’esortazione nella quale, 8 anni dopo l’enciclica “Laudato Si”, Papa Francesco torna a parlare di emergenza climatica. Il testo fa riferimento anche a fonti scientifiche, per dare delle precisazioni contro le teorie negazioniste, contro “certe opinioni sprezzanti e irragionevoli che trovo anche all’interno della Chiesa cattolica. Ma non possiamo più dubitare che la ragione dell’insolita velocità di così pericolosi cambiamenti sia un fatto innegabile: gli enormi sviluppi connessi allo sfrenato intervento umano sulla natura negli ultimi due secoli” (LD, 14).

Nei 73 paragrafi raccolti in 6 capitoli, sono diversi i passaggi che il pontefice dedica alla drammatica attualità ambientale, con un approccio integrale alla questione: inquinamento, aumento delle temperature, migrazioni, carestie, sono tutte conseguenze del “paradigma tecnocratico”, già denunciato nella LS, che “consiste nel pensare «come se la realtà, il bene e la verità sbocciassero spontaneamente dal potere stesso della tecnologia e dell’economia». Come conseguenza logica, «da qui si passa facilmente all’idea di una crescita infinita o illimitata, che ha tanto entusiasmato gli economisti, i teorici della finanza e della tecnologia»” (LD, 20). È netto Papa Francesco nel criticare la “logica del massimo profitto al minimo costo, mascherata da razionalità, progresso e promesse illusorie”, che “rende impossibile qualsiasi sincera preoccupazione per la casa comune e qualsiasi attenzione per la promozione degli scartati della società” (LD, 31); ed è altrettanto netto nell’elogiare i comportamenti virtuosi dei singoli, delle famiglie, che dovrebbero guidare le coscienze dei potenti.
Lo sguardo è anche rivolto alla COP28, la 28a conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre: “Se c’è un sincero interesse a far sì che la COP28 diventi storica – si legge al paragrafo 59 – che ci onori e ci nobiliti come esseri umani, allora possiamo solo aspettarci delle forme vincolanti di transizione energetica che abbiano tre caratteristiche: che siano efficienti, che siano vincolanti e facilmente monitorabili”.
Papa Francesco ha fornito anche le motivazioni spirituali di questa esortazione, che non tratta la questione in modo “romantico” o semplicemente “green” (LD, 58), ma ha delle profonde basi teologiche. Al punto 62 viene citato, tra gli altri, il Levitico: «Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e ospiti» (Lv 25,23). La conclusione racchiude tutto il senso della Laudate Deum: “«Lodate Dio» è il nome di questa lettera. Perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per se stesso”. (LD, 73)