“La Chiesa non è il prete ma è formata da tutti i credenti in Cristo”: una provocazione pastorale di padre Elio Zanei

Caro don Antonio,

ho letto con una certa tristezza il nuovo piano pastorale con la riduzione delle Messe a seguito della mancanza di preti. Voglio condividere con te questa situazione come una opportunità per “tentare” qualcosa di nuovo nel prossimo anno pastorale. 

Il modello della parrocchia dove lavoro io è diverso che da te. In questa parrocchia, abbastanza estesa, ci sono ventotto chiese, alcune grandi come struttura e popolazione da diventare parrocchie indipendenti se ci fossero più sacerdoti. Ma anche qui le vocazioni non sono cosi numerosi da coprire il fabbisogno dei cristiani. La domenica possiamo celebrare l’Eucarestia solo in 4/5 cappelle, e il resto? Dove non arriviamo noi c’è il catechista che guida la preghiera domenicale, seguendo un rituale appositamente preparato. Segue un po’ lo schema della Messa lasciando quello proprio del sacerdote, Cioè si inizia con il canto dell’assemblea, l’atto penitenziale, e il gloria, quindi si leggono le tre letture della domenica, il catechista fa un commento alla Parola di Dio, secondo la preparazione, aiutando la gente a capire il collegamento tra la Parola ascoltata e la vita concreta. In questo punto sono più pratici e meno filosofi astratti di qualche predica… Segue la recita del credo, la preghiera dei fedeli, l’offerta per sostenere la chiesa, sacerdoti e catechisti e , nei centri dove c’è l’ Eucarestia ,distribuiscono il Corpo di Cristo ai partecipanti alla preghiera. 

In questo modo la gente sa che la domenica va dedicata al Signore, la Chiesa non è il prete ma è formata da tutti i credenti in Cristo che vivono la fede e l’amore di Dio. Il sacerdote fa un servizio,ma chi converte e da la vita vera è Gesù Cristo! 

Due anni fa prima di rientrare in Uganda, nel salutare l’Arcivescovo di Trento, li buttai l’idea di affidare della parrocchie a dei catechisti, qualificati, più che di titoli teologici, da una vita di fede e amore a Dio e al prossimo. L’accorpare le parrocchie con un prete costretto a girare nelle varie parrocchie, dove i fedeli sono cosi pochi, non porta nessun risultato positivo. 

Purtroppo le domeniche in Italia sono sempre più dedicate al dio-sport, una forma di religione laica, evasione, il vero Dio è ignorato o considerato un affare strettamente privato. Gli scandali e le forte critiche nei confronti del Papa e della Chiesa, allontanano ulteriormente le gente dalla sorgente della Vita: il Cristo Risorto. 

Perché non provi ad affidare una o due parrocchie di paese a dei catechisti? Sono convinto che a Pergine ci sono delle persone disponibili, se contattate, incoraggiate e guidate nel nuovo ruolo. Non si tratta di creare delle chiese protestanti o delle sette ma dare l’opportunità alla comunità d’incontrarsi almeno una volta alla settimana. La Vita, il centro è Cristo e la sua Parola, noi siamo solo servitori, fidiamoci dello Spirito Santo, favoriamo una Chiesa ministeriale e meno clericale. 

In questi anni di responsabile della comunità di Pergine, penso hai conosciuto le varie realtà, non solo i problemi, ma anche delle opportunità per tentare qualcosa di nuovo, perché non provi? 

Certo il catechista deve essere disponibile in modo volontario non come salariato. Da noi il catechista riceve una percentuale delle offerte raccolte, che in realtà sono pochi soldi, solo come segno di riconoscenza per il tempo che spende nel seguire la comunità/cappella. 

Ti ricordo sempre nella preghiera, come credo farai tu per me.

Un abbraccio in Cristo, 

p. Elio