È un luogo piccolo, di raccoglimento, eppure visitato ogni anno da migliaia di persone dai 4 angoli del globo. Nella cripta della Basilica inferiore, Papa Francesco celebra la Messa e al termine, sulla tomba del Poverello d’Assisi, firma la sua terza Enciclica, “Fratelli tutti”, dedicata alla fraternità e all’amicizia sociale, valori quanto mai imprescindibili per ridare speranza e slancio a un’umanità ferita anche dalla pandemia di Covid-19. Un’Enciclica che prende il suo nome dalle parole scritte da san Francesco e che sarà presentata domani. Alla firma, segue subito l’applauso dei presenti.
Papa Francesco non ha tenuto l’omelia. Sono la preghiera, il silenzio, la semplicità a scandire questa visita che, per desiderio del Papa a causa della situazione sanitaria, si svolge senza alcuna partecipazione dei fedeli.
E la liturgia è proprio quella della festa di San Francesco, che la Chiesa celebra il 4 ottobre. Subito prima della firma, il Papa ha voluto ringraziare la Prima Sezione della Segreteria di Stato che ha lavorato alla stesura e alla traduzione dell’Enciclica.
Adesso firmerò l’Enciclica che porta sull’altare monsignor Paolo Braida, che è l’incaricato delle traduzioni e anche dei discorsi del Papa, nella Prima Sezione. Lui sorveglia tutto e per questo ho voluto che lui fosse presente qui, oggi, e mi portasse l’Enciclica. Anche, con lui sono venuti due traduttori: don Antonio, traduttore della lingua portoghese: ha tradotto dallo spagnolo al portoghese; e don Cruz che è spagnolo e un po’ ha sorvegliato le altre traduzioni dall’originale spagnolo. Lo faccio come un segno di gratitudine a tutta la Prima Sezione della Segreteria di Stato che ha lavorato in questa stesura e traduzione.