“Attraverso Gesù pascoliamo il nostro desiderio di umanità”: la Quarta Domenica di Pasqua e la giornata di preghiera per le vocazioni

“La vocazione è una scelta ferma nella Chiesa, a servizio della famiglia cristiana nel matrimonio, a servizio del popolo di Dio nel sacerdozio, o nella vita consacrata a servizio del Regno, a servizio degli altri nella carità. Tutti siamo chiamati a scegliere e essere figli di Dio nella testimonianza che dobbiamo dare agli altri”: con queste parole don Antonio Brugnara ha introdotto la celebrazione della Quarta Domenica di Pasqua, che coincide con la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.

E’ la tredicesima celebrazione, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, che viene trasmessa in diretta streaming e celebrata a porte chiuse.

In questa domenica e nella successiva, i ragazzi e ragazze di Pergine avrebbero dovuto fare la prima comunione: per loro un ricordo particolare ad inizio celebrazione.

“La vita delle pecore -ha ricordato con Antonio nell’omelia- non è il recinto ma il pascolo. Noi a volte abbiamo confuso la realtà, e pensiamo che il recinto sia più importante del pascolo. L’esperienza del virus ha fatto crollare alcune certezze che ci portiamo dentro, prima fra tutte quella che nulla ci può fermare, che l’importante è avere i soldi. Lo ha ricordato anche il dottor Cembrani nella prima puntata di “Sospesi”, videoriflessioni che propone la diocesi. Tutto è scomparso. Abbiamo scoperto invece la nostra grandissima fragilità. Ora sembra che con le prime aperture tutto torni come prima, ma non è così: manca un po’ di prudenza. Io sono fragile, sono debole, ma il Signore mi conosce, conosce il mio nome, la mia identità, non mi inganna. Oggi Gesù non si presenta solo come pastore ma come porta, non come recinto. Attraverso di lui posso pascolare il mio desiderio di umanità. Dobbiamo avere il coraggio della fede che non sia illusione. La sofferenza di questi giorni non è tempo sprecato, è tempo di vita, che ci collega alla croce del Signore da cui non possiamo prescindere. Dobbiamo vivere con pazienza perché la pazienza produce speranza. Preghiamo perché i giovani sappiano riconoscere che quella voce di desiderio di vita piena è la voce del Cristo”.


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