“Il Signore vuole forse che siamo noi quei rami verdi che vengono ondeggiati nel salutare il Cristo”: inedita Domenica delle Palme, a porte chiuse

Nessun ramo d’ulivo benedetto, nessuna processione ha caratterizzato la Domenica delle Palme, la domenica di Passione che apre la Settimana Santa (VEDI QUI IL CALENDARIO DELLE CELEBRAZIONI A PERGINE). Il periodo cuore di tutto l’anno liturgico, cuore essenziale della nostra fede, non ha visto i suoi segni e simboli tradizionali in questa inedita e surreale domenica, così come non seguiranno la liturgia tradizionale anche le altre celebrazioni.

La trasmissione in diretta streaming della messa da Pergine, appuntamento ormai divenuto fisso in queste settimane tutte uguali di emergenza sanitaria, è stata seguita da centinaia di persone, che hanno ascoltato la lettura della Passione del Signore secondo il Vangelo di Matteo, ma anche le parole di don Antonio.

“Sembra una celebrazione quasi sacrilega -ha detto all’inizio della messa- perché priva dei segni che di solito accompagnano questa settimana. Ma il Signore vuole forse che siamo noi quei rami verdi che vengono ondeggiati nel salutare il Cristo. Affidiamo al Signore le persone che sono decedute in questa settimana e preghiamo per i loro cari. Preghiamo anche per tutti gli operatori che si prendono cura dei nostri cari nella casa di riposo“.

“Gesù ci porta salvezza non secondo i nostri parametri -le parole dell’omelia- perché per noi salvezza vorrebbe dire l’arrivo di un miracolo, di una persona che ha dei superpoteri per far finire quello che stiamo vivendo. Un messia potente, capace, medico immediato. Invece questo messia è colui che sulla croce pronuncia quel grido che oggi viene ripetuto… “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Cristo si appropria di quello che nasce dal cuore delle persone di fronte non soltanto alla perdita dei loro cari, ma anche nel momento in cui non si può esser loro accanto in questo ultimo passaggio. Non poter dire una parola, non poter stringere una mano, dare una carezza. Tutto questo è più atroce che la sentenza ultima e definitiva. E poi anche il momento successivo, il salutare in fretta, proprio come quando portarono via il corpo di Gesù. Come non riconoscere allora in te, Signore, un Salvatore diverso? Alle volte, davanti a questa situazione, alcune persone dicono che usciremo da questa situazione cambiati, il mondo sarà più bello, più giusto. Io dico di no, non illudiamoci. Non illudiamoci che il mondo diventi più giusto solo perché passa attraverso questo crogiolo. Lo dico perché avete sentito cosa è stato letto nel Vangelo: quella folla che aveva visto miracoli, persone resuscitate e guarite, quella stessa folla davanti a Pilato dice “crocifiggilo!”. Non ne usciremo trasformati automaticamente. Ogni mattina dobbiamo chiederci “Signore, qual è la tua volontà? Cosa desideri da me?”. Solo cercando ogni mattino la volontà di Dio, capiremo che ciò che fa cambiare il mondo è questa scelta, profonda, di donare la vita per gli altri, di vivere una vita diversa, di trasformare in fraternità i luoghi della vita quotidiana, di vedere l’altro non come avversario ma come fratello, come un figlio di Dio. Solo così quell’umanità di Gesù entrerà anche dentro di noi e saremo capaci di vincere l’idea del Dio forte e del Dio che cambia tutto. Solo così diventeremo cirenei, non costretti soltanto ma consapevoli del dono da fare, capaci di stare accanto ai fratelli e alle sorelle. Ringraziamo quanti, durante queste settimane, si dedicano a coloro che sono più in difficoltà. Il Signore ci doni lo Spirito per ascoltare la volontà di Dio e di metterla in pratica”.


VEDI QUI IL VIDEO DELLA MESSA